Basilea 2 è l’accordo internazionale che stabilisce i requisiti patrimoniali che le banche devono possedere per poter operare oggi nel mercato.
In base all'accordo firmato nel gennaio del 2001 dai governatori delle banche centrali dei dieci paesi più industrializzati, il G10 (Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti) le banche dei paesi aderenti devono accantonare quote di capitale in proporzione al rischio derivante dai vari rapporti di credito assunti.
La Banca d’Italia ha reso attuative le regole di Basilea 2 con la pubblicazione della circolare n.263/2006, che disciplina le metodologie di gestione dei rischi da parte delle banche e gli indirizzi ed i criteri dell'attività di supervisione della Banca d'Italia stessa per assicurare la stabilità del sistema bancario, entrata in vigore nel 2007.
L'accordo di Basilea2 si poggia su 3 pilastri fondamentali:
La disciplina di vigilanza prudenziale è stata quindi aggiornata con l’emanazione della cosiddetta Basilea 3 (Regolamento UE 575/2013 - CRR e sulla Direttiva 2013/36/UE - CRD4) che ha rivisto in parte i contenuti del documento indirizzato al Mercato per rispettare l'obbligo di informativa accurata ed esaustiva in merito al profilo di rischio dei singoli enti.